Page 25 - LA BATTAGIA DI CIVITATE_unita
P. 25

Vademecum Desaleo                                         950° anniversario Battaglia di Civitate


                 dell'altro  di  Roma,  si  spiega  soprattutto  con  la  «necessità  di  trattare  il

                 problema  delle  decime,  che  in  Puglia  non  erano  riscosse  da  tempo
                 immemorabile».  Al  suo  ritorno  da  Siponto,  il  papa  ricevette  a  Roma  le

                 deputazioni  delle  regioni  occupate  dai  Normanni,  dalle  quali  venne

                 informato delle devastazioni e delle violenze da loro compiute. Leone IX
                 dovette pertanto costatare l'insuccesso della sua visita a Melfi e a Salerno,

                 visto che nessuna promessa era stata mantenuta. Il possesso di Benevento,

                 i cui abitanti avevano scelto di affidarsi al papa, costituì la molla di un suo
                 più  diretto  interesse  alla  modalità  della  conquista  normanna.  Leone  IX

                 pensò di inviare a Drogone un messaggio, con la richiesta di intervenire

                 per riportare l'ordine e di fermare gli attacchi contro Benevento.
                      La situazione di tensione, creata dalle crudeltà dei Normanni nei confronti della

                 popolazione, andava intanto a sommarsi alle trame politico-militari dei Bizantini.

                 Nel marzo 1051 l'imperatore Costantino IX Monomaco si decise di inviare in Italia
                 Argiro, per trovare una soluzione alla questione normanna. Argiro arrivò ad Otranto

                 nel marzo 1051 ed a Bari nell'aprile successivo, rimanendo in Italia sino al 1058.

                 Vennero aperte subito delle trattative con i capi normanni, al fine di ristabilire la
                 pace nei territori del Mezzogiorno d'Italia, ma non si giunse ad alcun risultato. Il

                 fallimento  di  questo  tentativo  spinse  probabilmente  Argiro  a  preparare  una

                 congiura di vasta proporzione che avrebbe dovuto portare alla eliminazione in un
                 colpo solo di tutti i Normanni presenti in Puglia. Il progetto non ottenne il successo

                 sperato sul piano generale, ma condusse all'uccisione di Drogone il 10 aprile 1051,

                 da parte di uno dei congiurati, nel suo castello di Monte Ilario presso Bovino. A lui
                 successe suo fratello Umfredo, che non fu in grado però di controllare subito la

                 situazione ed a farsi riconoscere quale capo di tutti i Normanni. Il disordine e le

                 violenze pertanto si accrebbero, sicché il papa fu indotto ad aprire delle trattative
                 con i Bizantini, al fine di concordare un'azione comune contro i Normanni.

                      I colloqui si rivelarono lunghi e complicati, implicando anche l'imperatore Enrico

                 III; alla fine, nel febbraio 1053, un contingente armato, obbediente alla direttive
                 imperiali e pontificie, era ormai pronto a Mantova. Sotto le bandiere del papa si

                 raccolsero  man  mano  truppe  di  varia  provenienza.  Nonostante  l'eterogeneità

                 dell'esercito pontificio, i Normanni avrebbero certamente corso gravi rischi se fosse
                 riuscito il congiungimento con le schiere bizantine. Argiro invece, che già aveva



                                                                                                  Pag. 24 a 36
   20   21   22   23   24   25   26   27   28   29   30