Page 23 - LA BATTAGIA DI CIVITATE_unita
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Vademecum Desaleo 950° anniversario Battaglia di Civitate
ebbe Ascoli con Matera; Canne col suo territorio fu concessa a Rodolfo; Civitate a
Gualtiero, figlio di Amico. È probabile infine che le città di Troia, Bovino e Lucera,
le quali non risultano menzionate nei patti di spartizione, dovevano essere
ancora sotto dominio bizantino o sostanzialmente autonome. Secondo il
Gay tuttavia i Normanni, malgrado le loro aggressive intenzioni, non
pretendevano affatto di togliere la Puglia all'Impero d'Oriente; se fosse
stato loro riconosciuto il possesso delle terre occupate, essi non avrebbero
esitato a riconoscersi vassalli di Bisanzio.
Ad ogni modo, negli anni seguenti il 1043, i Normanni continuarono a
procedere nelle loro conquiste fin dove le loro forze lo permettevano. Nel
1046, morto Guglielmo Braccio di Ferro, divenne conte Dragone, che
associò Ascoli e Venosa e s'impadronì di Bovino. Sembra tuttavia che in
questa fase l'espansione normanna si diresse soprattutto verso il sud della
Puglia.
I successi riportati dai Normanni nel Mezzogiorno avevano intanto
incoraggiato l'arrivo di altri loro compatrioti. Tra di essi spiccavano
Riccardo, figlio di Asclettino, e Roberto il Guiscardo, quest'ultimo figlio di
secondo letto di Tancredi d'Altavilla.
Con il peggiorare della situazione, molte città furono indotte ad aprire
le porte ai Normanni. Continuava invece a resistere Troia, nel tentativo di
conservare le sue autonomie cittadine sotto l'alta protezione di Bisanzio. I
Normanni però, padroni ormai di tutta la Capitanata, strinsero Troia in una
morsa sempre più stretta. Per non logorarsi con l'impegno di un lungo
assedio, essi misero in atto una fastidiosa guerriglia, che tendeva a logorare
ed a spezzare lo spirito di coesione degli abitanti di Troia: «Armi e armati
tenevano in continuo allarme le campagne circostanti, rendendo difficile il
lavoro, rovinando i raccolti, razziando gli animali, disturbando i traffici. Né
era una lotta cui si potesse far fronte con una sortita, una battaglia, un
assalto, perché non si aveva avanti un esercito, ma drappelli di predoni che
comparivano e scomparivano disseminando il terrore e il disordine. Una
specie di assedio non dichiarato, non permanente, ma nella sua
discontinuità opprimente ed insidioso».'
In breve, per spezzare lo spirito di resistenza degli abitanti di Troia, si
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