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Vademecum Desaleo                                         950° anniversario Battaglia di Civitate


                  di abbandonare la Puglia e l'Italia Meridionale, all'improvviso, come furie

                  scatenate,  scendono  il  pendio  della  collina  e  si  abbattono  sulle  ancora
                  semiaddormentate  truppe  pontificie."  È  «forse  la  più  memoranda

                  [battaglia]  che  registrino  gli  annali  del  Papato  temporales  che  sarà

                  determinante per le sorti dei Normanni in Italia e, dunque, per le sorti della
                  stessa Italia Meridionale.

                     In effetti l'esercito pontificio è colto cli sorpresa e non ha il tempo cli

                 organizzarsi per la battaglia. Questo spiega la casualità della disposizione
                 degli Italiani denunciata da Guglielmo di Puglia," e la rapida rotta della loro

                 ala, sulla quale astutamente concentrano i loro sforzi i Normanni.

                     Il papa, ignaro di quanto sta accadendo, alloggia a Civitate, ospite del
                 vescovo  Rodolfo."  In  attesa  dell'esito  delle  trattative,  recatosi  a  Civitate,

                 aveva riunito in Assemblea rutti i nobili del suo seguito e nominato Roberto

                 de  Octomarsert  Gonfaloniere  della  città  e  della  battaglia.  Quindi  aveva
                 parlato  alle  truppe  incitandole  alla  lotta  contro  gli  "iniqui  Normanni".

                 concedendo  loro  l'indulgenza  plenaria  e  facendo  in  modo  che  tutti  si

                 comunicassero."  li  papa  confidava  sul  numero  delle  proprie  forze  per
                 sconfiggere il nemico.

                     Ma  gli  eventi  vanno  in  modo  diverso  da  quanto  programmato.  I

                 Normanni, giocando d'astuzia, attaccano all'improvviso. Il papa non può
                 disporre bene le sue truppe e cosi il vantaggio numerico viene vanificato.

                     In effetti i Christi milites" possono contare su una forza di circa sette-

                 ottomila unità, divisa in due schiere: una italiana, comandata dal principe
                 Rodolfo di Benevento, vassallo diretto del papa, e una tedesca, comandata

                 dal duca svevo Guarniero.

                     Come  detto,  secondo  i  cronisti  dell'epoca,  il  contingente  tedesco

                 ammonterebbe  al  massimo  a  settecento  cavalieri.  Ma  la  cosa  è  poco
                 credibile. Infatti, così stando le cose, l'esercito papalino risulterebbe diviso

                 in due blocchi assolutamente disuguali tra loro e questo non avrebbe molto

                 senso. Molto probabilmente i cronisti semplificano troppo le cose. Con i
                 Tedeschi, oltre ai loro numerosi ausiliari," devono esserci almeno i franchi e

                 i  lombardi  raccolti  dal  papa  nell'Italia  Settentrionale,  sì  da  bilanciare  in

                 qualche misura le due schiere dell'esercito papale.


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