Page 33 - LA BATTAGIA DI CIVITATE_unita
P. 33

Vademecum Desaleo                                         950° anniversario Battaglia di Civitate


                      D'altra parte i Normanni possono contare su circa tremila cavalieri e un

                 migliaio di fanti. Essi si dividono in tre schiere: i Pugliesi, comandati dal
                 conte  Umfredo,  si  dispongono  al  centro,  contro  i  Tedeschi;  i  Campani,

                 comandati da Riccardo d'Aversa a sinistra contro gli Italiani; i Calabresi ed i

                 Beneventani comandati da Roberto il Guiscardo e Girardo di Buonalbergo,
                 a destra, con il compito di essere pronti ad intervenire dove ce ne fosse

                 stato bisogno.

                      Come  detto,  l'attacco  improvviso  da  parte  dei  normanni  coglie
                 l'esercito pontificio di sorpresa. Le truppe italiane, assemblate alla meno

                 peggio,  vengo  subito  sbaragliate dagli  uomini  del  conte d'Aversa.  Molti

                 muoiono in combattimento la maggior parte fugge disordinatamente per
                 monti  e  per  valli.  Ma,  caricati  alle  spalle  durante  la  fuga,  periscono  o

                 vengono fatti prigionieri.

                      I  Tedeschi  ammassati  al  centro,  fanno  quadrato  e  bene  sopportano
                 l'urto degli uomini del conte di Puglia.

                      A dare man forte ai Pugliesi accorrono i Calabresi e i Beneventani. Ma i

                 Tedeschi vendono cara la pelle, infliggendo numerose perdite ai Normanni,
                 fino  a  che  il  sopraggiungere  del  conte  di  Aversa,  di  ritorno  dall'inse-

                 guimento  degli  Italiani,  ne  determina l'inesorabile sconfitta:  uno ad  uno

                 vengono sistematicamente sterminati.
                      Il papa assiste impotente, dalle mura di Civitate, alla terribile carneficina.

                 «Utinam  non  ipse  per  se  illuc  ivisset»  dice  il  suo  biografo,  rendendo

                 efficacemente lo sbigottimento del papa, che si trova, impotente e timoroso
                 per la sua stessa vita, ad assistere al sanguinoso crollo di tutta la sua, politica

                 di avversione ai Normanni.

                      Secondo  il  cronista  beneventano,  le  perdite  tra  le  milizie  pontificie

                 ammontano a circa trecento, senza contare le centinaia di feriti e qualche
                 migliaia di prigionieri. Queste cifre però, probabilmente includono solo gli

                 Italiani (i nostratesi), non tenendo conto delle perdite subite dai Tedeschi,

                 che furono interamente sterminati.








                                                                                                  Pag. 32 a 36
   28   29   30   31   32   33   34   35   36   37   38