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Vademecum Desaleo 950° anniversario Battaglia di Civitate
LA PRESA DI CIVITATE: PERIODO NORMANNO (1053-1221)
Il giorno dopo la battaglia, Umfredo, accompagnato da Gualtiero d'Amico,
si reca dal papa,« che se ne sta riparato a Civitate, per intimargli la resa e la
consegna della città. Ma il papa rifiuta. Allora i Normanni assediano Civitate,
difesa dal Gonfaloniere Roberto de Octomarset. Gli assalitori spingono
davanti a sé le macchine da guerra, spaventando con urla e minacce i
difensori e intimando loro di consegnare il papa. Vista la resistenza degli
assediati, dopo tre giorni di inutili tentativi, i Normanni danno fuoco alle
capanne che si trovavano fuori le mura e alla stessa porta della città.
Capendo che ogni resistenza è vana e dando ascolto alle suppliche dei
Civitensi, che temono per la loro vita e per i loro beni, il papa si decide ad
arrendersi. Preceduto dalla croce, Leone IX avanza verso la porta della città,
già mezza bruciata, con l'intenzione di consegnarsi ai nemici. Ma, prima di
giungere alla porta, il fuoco cambia direzione e si rivolta contro gli assalitori.
Alla vista di tale prodigio, gli abitanti di Civitate implorano il papa di
rimanere. Scesa la notte, i Normanni minacciano di radere al suolo la città
e di non lasciare pietra su pietra se il giorno dopo non si arrenderà. Allora
il papa, per risparmiare alla città quel terribile castigo, all'alba manda a dire
agli assalitori di essere pronto a consegnarsi nelle loro mani, a patto che
vengano risparmiate la vita e i beni dei Civitensi. Questa la versione
alquanto agiografica del biografo beneventano del papa.
Secondo Guglielmo di Puglia, invece, il papa, dopo la battaglia, ripara a
Civitate, ma i cittadini, temendo di dispiacere ai Normanni vittoriosi, lo ac-
colgono malvolentieri. Il Malaterra aggiunge che sono gli stessi abitanti di
Civitate, semper perfidissimi, a costringere il papa, dopo l'assedio
normanno, a lasciare la città, per paura delle minacce nemiche. La stessa
cosa afferma l'Anonimo Vaticano.
Dunque le fonti concordano col fatto che il papa, riparato a Civitate,
dopo tre giorni di assedio è costretto dai suoi abitanti, che temono le
rappresaglie dei Normanni, a lasciare la città. D'altronde, dopo la disfatta
dell'esercito pontificio, i Normanni sono ormai padroni assoluti della
situazione e a nulla varrebbe ogni ulteriore resistenza all'assedio normanno
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