Page 10 - LA BATTAGIA DI CIVITATE_unita
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Vademecum Desaleo 950° anniversario Battaglia di Civitate
terreno ad una zona di discreta concentrazione di reperti medievali, ma,
anche al di fuori si trovano tracce sparse di piccoli nuclei abitati.
Una preziosa fonte di informazioni è il cosiddetto Scadenziere di
Federico Il, che abbiamo già citato e che è databile verso il 1248-49; questo
registro contiene un lungo elenco di beni immobili esistenti in vari centri
della Capitanata e pervenuti a vario titolo al fisco imperiale. In Civitate sono
ricordate più di quaranta case e le già note chiese di S.Sofia e di S.Pietro,
oltre quelle di S. Marco, di S. Croce e, forse, di S. Maria. Fuori dell'abitato
era la chiesa di S. Margherita, col suo tenimento, così come quelle di S.
Matteo e S. Simeone, con il loro suburbio; ciò potrebbe indicare che questi
quartieri non erano ancora stati inglobati nella cinta muraria. L'esistenza di
chiese o cappelle rurali è testimoniata dall’indicazione di terreni lungo le
strade che vi conducono, come quelle di S.Angelo; S.Marciano, già ricordata
precedentemente; Santo Sepolcro e S. Leone, per tradizione eretta presso
il pozzo di S.Leo, in ricordo di papa Leone IX. Altre due vie, importanti per
l'approvvigionamento di acqua, erano quelle di Putei de Balneo e di Fontis
Ami, che iniziava dalla porta Arnolese, documentata due secoli prima.
Anche questi ultimi dati appaiono insufficienti per delineare la struttura
interna dell'abitato, per cui non è possibile tentare anche una
approssimativa pianta della città.
Nel Quaternus sono anche menzionate varie contrade, come Lacum de
Villa. Palude, Bayno (bagno), situate in zone acquitrinose, come la vicina
Marana della Difensola; Camerata, forse identificabile con l'odierna
Cammarata, a nordovest di Torremaggiore e un pò troppo distante da
Civitate; Carpeneto, dove era una sorgente; Radicosa, presso ìl torrente
omonimo, tra S. Paolo e Torremaggiore; Colonnata, sulla via del Santo
Sepolcro; Rivello, verso il canale Rovello, fra Civitate e S. Paolo. Compare
anche più volte il toponimo Ischia o Iscia (isola), indicante terreni compresi
tra due rami del Fortore, un fiume molto soggetto in passato a variazioni di
corso; così troviamo Yscla sancti Marciani a valle della contrada S. Marzano,
a nord di Civitate, e Jsca Longa, per la forma allungata, forse corrispondente
a quella che il Fraccacreta" indica tra il vecchio alveo del Fortore, detto Fiume
morto, e quello nuovo, dirimpetto alla Taverna di Civitate
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