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Vademecum Desaleo                                         950° anniversario Battaglia di Civitate


                 questo scontro, per cui ci limitiamo ad evidenziare solo alcuni particolari

                 riferibili  alla  struttura  dell'abitato.  Apprendiamo,  così,  che  Civitate,  sorta
                 proprio  come  caposaldo  militare,  era  adeguatamente  protetta;  difatti,  i

                 normanni  non  riescono  subito  a  conquistarla  e  si  accontentano  di

                 assediarla, incendiando una borgata esterna. Poi, la descrizione, forse in
                 parte leggendaria, delle fiamme appiccate alle mura e che il vento rivolge

                 verso  gli  assalitori",  potrebbe  indicarci  che  le  fortificazioni  erano  quelle

                 tipiche delle "motte" altomedievali: La terra ricavata dallo scavo del fossato
                 veniva riversata verso l'interno e pressata, formando un argine sul quale si

                 erigeva una palizzata, spesso rinforzata da muri a secco.

                     Già dopo pochi anni da quella battaglia, che ha ormai dato ai normanni
                 il predominio assoluto nella zona, si nota nella documentazione quella che

                 appare come una rapida evoluzione nel divenire della città; ma che, forse,

                 è solo una impressione dovuta alla presunta breve vita dell'abitato e alla
                 assoluta  mancanza  di  informazioni  riguardanti  l'epoca  della  presenza

                 bizantina  a  Civitate.  In un  documento  redatto  a  Lesina  nel  novembre  1057,

                 compare  come  testimone  Amelgerio,  il  primo  vescovo  noto  della  diocesi  di
                 Civitate, suffraganea dell'arcivescovo di Benevento.; ciò fa presupporre l'esistenza

                 di una cattedrale, per modesta che fosse, e di una adeguata sede episcopale.

                     Nel gennaio del 1059 alcuni abitanti di Civitate vendono all'abbazia di S.Maria
                 di Tremiti due chiese situate ad oriente della città; S.Simeone, posta nelle vicinanze

                 dell'abitato, dove poi si formerà una borgata, e S.Felice, più lontana, presso la quale

                 c'è anche un mulino." Quest'ultima chiesa compare come grangia di S. Maria di
                 Tremiti fino al XIV secolo ed appare situata nel vallone di S.Felice, che è citato più

                 volte nella documentazione successiva, ma è dì difficile localizzazione: la presenza

                 del mulino farebbe supporre l'esistenza di una sorgente o di un corso d'acqua di
                 una portata adeguata, che mancano ad est di Civitate, dove ci solo modesti canali

                 che confluiscono nel Fosso di Chiagnemamma. Al limite, il mulino poteva anche

                 essere a trazione animale, ma è possibile che l'orientamento indicato sia approssi-
                 mativo e che il sito possa corrispondere, ad esempio, col valloncello della sorgente

                 del Fico, sotto la masseria Difcnsola, circa 2 km a nord-est di Civitate.








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