Page 7 - LA BATTAGIA DI CIVITATE_unita
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Vademecum Desaleo 950° anniversario Battaglia di Civitate
questo scontro, per cui ci limitiamo ad evidenziare solo alcuni particolari
riferibili alla struttura dell'abitato. Apprendiamo, così, che Civitate, sorta
proprio come caposaldo militare, era adeguatamente protetta; difatti, i
normanni non riescono subito a conquistarla e si accontentano di
assediarla, incendiando una borgata esterna. Poi, la descrizione, forse in
parte leggendaria, delle fiamme appiccate alle mura e che il vento rivolge
verso gli assalitori", potrebbe indicarci che le fortificazioni erano quelle
tipiche delle "motte" altomedievali: La terra ricavata dallo scavo del fossato
veniva riversata verso l'interno e pressata, formando un argine sul quale si
erigeva una palizzata, spesso rinforzata da muri a secco.
Già dopo pochi anni da quella battaglia, che ha ormai dato ai normanni
il predominio assoluto nella zona, si nota nella documentazione quella che
appare come una rapida evoluzione nel divenire della città; ma che, forse,
è solo una impressione dovuta alla presunta breve vita dell'abitato e alla
assoluta mancanza di informazioni riguardanti l'epoca della presenza
bizantina a Civitate. In un documento redatto a Lesina nel novembre 1057,
compare come testimone Amelgerio, il primo vescovo noto della diocesi di
Civitate, suffraganea dell'arcivescovo di Benevento.; ciò fa presupporre l'esistenza
di una cattedrale, per modesta che fosse, e di una adeguata sede episcopale.
Nel gennaio del 1059 alcuni abitanti di Civitate vendono all'abbazia di S.Maria
di Tremiti due chiese situate ad oriente della città; S.Simeone, posta nelle vicinanze
dell'abitato, dove poi si formerà una borgata, e S.Felice, più lontana, presso la quale
c'è anche un mulino." Quest'ultima chiesa compare come grangia di S. Maria di
Tremiti fino al XIV secolo ed appare situata nel vallone di S.Felice, che è citato più
volte nella documentazione successiva, ma è dì difficile localizzazione: la presenza
del mulino farebbe supporre l'esistenza di una sorgente o di un corso d'acqua di
una portata adeguata, che mancano ad est di Civitate, dove ci solo modesti canali
che confluiscono nel Fosso di Chiagnemamma. Al limite, il mulino poteva anche
essere a trazione animale, ma è possibile che l'orientamento indicato sia approssi-
mativo e che il sito possa corrispondere, ad esempio, col valloncello della sorgente
del Fico, sotto la masseria Difcnsola, circa 2 km a nord-est di Civitate.
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