Page 17 - LA BATTAGIA DI CIVITATE_unita
P. 17

Vademecum Desaleo                                         950° anniversario Battaglia di Civitate


                 Viridamento), mentre il corso principale è stato deviato verso il Fortore in

                 contrada Fara Sentinella, un toponimo di origine longobarda che si riferisce
                 ad un piccolo insediamento altomedievale localizzato su un'altura presso la

                 masseria omonima, che doveva controllare un guado del Fortore.

                     La bonifica e la messa a coltura dei terreni boscosi e paludosi adiacenti
                 al Fortore e allo Staina, ha reso ancora più arduo questo tipo di ricerca; ma,

                 le notizie disponibili rendono plausibile l'ipotesi che non lontano dal pozzo

                 di S. Leo si sia svolto uno degli episodi più cruenti della battaglia. l'eccidio
                 delle truppe italo-longobarde in fuga dopo il primo scontro con i normanni,

                 durante l'estremo tentativo di riattraversare il fiume per lo stesso guado

                 percorso qualche giorno prima.
                     Per quanto riguarda la viabilità dell'epoca, le aerofotografie ci mostrano

                 molte più strade di quelle documentate storicamente, anche se non è facile

                 distinguere  i  percorsi  romani  da  quelli  medievali,  che  qualche  volta
                 coincidono.  L'Alvisi  riporta  una  imponente  rete  stradale  impostata  su

                 Teanum  Apulum,  che  andrebbe,  però,  rivista  alla  luce  di  più  recenti

                 scoperte.

                     La più importante di queste strade era la via Litoranea adriatica, di remote origi-
                 ni, che giungeva da nord, attraversando il Fortore con un ponte che non è stato

                 ancora individuato, ma che doveva ancora esistere nel Xlll secolo, quando in vari

                 documenti vengono citati alcuni tenimenti "subtus pontem, "ultra pontem ", "in
                 via pontis “ ecc. Sulla riva destra del fiume, sotto la Taverna di Civitate, rimane il

                 rudere di un pilone, che è stato a lungo considerato come parte del ponte romano

                 e che, invece, è ciò che resta di quello costruito verso il 1795 e crollato nel 1840; i
                 rottami, trascinati dalle piene, si vedono ancora emergere nel greto, poco a valle del

                 ponte moderno e di un antico guado situato al livello di un banco di conglomerato

                 ciottoloso.

                     Questo pilone, formato da un'anima di opera cementizia con un rivestimento in
                 mattoni, misura circa mt 6 di lunghezza e 4 mt di spessore; sul lato verso il fiume si

                 vedono quattro costolature che formavano l'appoggio dell'arcata. Lateralmente ci

                 sono due strutture angolate che servivano a deviare la corrente dalle fondazioni del
                 pilone; uno dei muri è lungo 6 mt, mentre l'altro è in parte interrato. Il ponte, a sette

                 luci e lungo quasi 18 mt, era stato costruito presso i resti di uno più antico, del quale


                                                                                                  Pag. 16 a 36
   12   13   14   15   16   17   18   19   20   21   22