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I MASTR DESALEO
accrescono di molto la sua forza, senz’accrescere gran fatto il suo peso: si
guerniscono in appresso quest’arcioni di dentro, dalla parte ch’è rivoltata
verso la schiena del cavallo, di una striscia di ferro battuto che finisce di
dar loro tutta la forza, e la solidità necessaria.
Nell’arcione dinanzi e in quello di dietro veggonsi
due parti rilevate, l’uso delle quali si è di tenere il
cavaliere più fermo nella sella, e che si fanno in due
pezzi di legno un poco arcati. Si mettono di poi i
quartieri che sono due pezzi di cuoio posti nei lati
della sella, e che servano ad impedire, che lo stivale non poggi sul fianco
del cavallo; si fa in ultimo la sedia, sopra la quale riposa il cavaliere; si fa
di cuoio o di velluto, e si riempie di crine. Per impedire che gli arcioni che
sostentano il corpo della sella e che danno la forma, non poggino sopra il
cavallo, si guerniscono di due cuscinetti di tela, ripieni di borra e che sono
attaccati di sotto alla sella. La sella ben fatta dev’essere giusta sul cavallo,
e posta nel mezzo del corpo; deve appoggiare ugualmente per non
offendere il cavallo e gli arcioni debbono prendere il medesimo giro che le
coste, senza premerle più in sito, che nell’altro. Fabbricata che sia a questo
modo la sella, altro più non resta che attaccarvi le corregge che servono a
tenere le cinghie, che fermano la sella sul cavallo, stringendole con delle
fibbie: le fibbie migliori sono quelle all’inglese, perché le punte de’ loro
ardiglioni essendo ripiegate non possono lacerar lo stivale. Si ferma sul
davanti della sella con una fibbia da ciascuna parte il pettorale, ch’è un
pezzo di cuoio di Ungheria destinato ad impedire che la sella non dia
indietro; ma deve scendere più abbasso della giuntura del davanti della
spalla, altrimenti metterebbe ostacolo al movimento di questa parte. Si
ferma similmente di dietro alla sella un cuoio, che si domanda groppiera,
in capo alla quale è il posolo, ch’è una specie di anello di cuoio nel quale si
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