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I MASTR                                                                                                                          DESALEO



               lavoro, sia per le nuove tecniche nel tinteggiare e sia per le pitture e/o

               vernici da applicare ai vari intonaci dei muri interni ed esterni delle nostre

               abitazioni. Il grande pennellone utilizzato una volta dai vecchi imbianchini

               ha lasciato spazio ad altri attrezzi, quali: pennelli, pennellesse, rulli, pistole


               a spruzzo, smerigliatrici e raschietti. In tutti i paesi del mezzogiorno i muri

               interni ed esterni delle case si “incalzineva”        (dare il bianco con la calce) sia

               per pulizia delle stesse che per disinfettare gli ambienti, data la presenza

               di tanti animali domestici e di lavoro.

                                                                 (imbianchino)  in  zolle  di  media
               La  calce,  acquistata  dal  “bianchiator”
                                                  (preparata  allo  stato  liquido)  con  notevole
               pezzatura,  veniva “curata”
               anticipo e diluita volta per volta secondo le esigenze. In genere erano le


               donne che la domenica pomeriggio provvedevano ad imbianchire le parti

               più usate della casa (cucina, ripostiglio viveri, luogo dove si riponevano i

               vasi da notte, zoccolatura esterna dell’uscio), togliendo la calce residua

               disseminata qua e là con acqua e“varecheina”              (varechìna). Per le facciate

               esterne ed i muri interni si chiamava “l'artesta”           (l’imbianchino). In genere


               si  imbiancava  d’estate,  quando  l’aria  era  più  calda,  agevolando  così

               l’asciugatura  della  calce.  Le  famiglie  durante  l’inverno  avvisavano “al

                          scegliendo nei limiti del possibile quello che sporcava di meno per
               mastar”
               togliere  dal  pavimento  e  dalle  porte  meno  calce  possibile  schizzata.  La

               densità della calce applicata era stabilita volta per volta in funzione del

               grado di sporcizia e della distanza da terra del muro, per evitare continue


               inzuppate del pennello nella tinozza della calce. Un contributo importante

               era dato dai pennelli, legati a delle canne lunghe e corte, che in funzione

               dello spessore della setola e della sua morbidezza, stendevano al meglio la

               calce  sui  muri,  dove  esisteva  altra  calce  di  anni  precedenti.  A  lavoro

               ultimato e dopo che l’imbianchino raccoglieva secchi, tinozze e pennelli, le

               donne di casa iniziavano immediatamente a pulire, prima che la calce si




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