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Vademecum DeSaLeo Toponomastica - Storia
Dal 1746 il feudo passò alla famiglia degli Imperiale fino al 1799, quando subì
le sorti del Regno di Napoli occupato dai Francesi con la istituzione della
Repubblica Partenopea; con la Restaurazione, poi, ritornò sotto i Borboni.
Annessa al Regno d’ Italia, con delibera di Consiglio comunale, si chiese ed
ottenne che al nome di S. Paolo si aggiungesse quello di Civitate, per cui da allora
in poi fu sempre chiamata San Paolo di Civitate.
Solo dopo la II guerra mondiale, con l’avvento dei governi democratici, si sono
aperte le porte alla speranza di una vita migliore.
La Riforma Agraria degli anni 1950 con l’espropriazione di grandi appezzamenti
di terreno ai latifondisti e la conseguente assegnazione alle famiglie bisognose di
“poderi” di sette ettari l’uno, ha contribuito a risollevare le sorti dell’economia del
paese.
Un’economia, dunque, che si è sempre basata esclusivamente sull’agricoltura,
anche se oggi non manca qualche piccola industria e si contano diverse botteghe
artigianali.
Dal grano si produce ottima farina con la quale le massaie fanno arrivare sulla
tavola pasta fresca come le famose ”orecchiette” o i “cicatelli”, o dolci come le
“nevole”, i “taralli” e gli “scaldatelli”, che deliziano il palato di tutti quelli che li
gustano.
L’olio ricavato dalla lavorazione delle olive
molite nei frantoi locali è di ottima qualità, perché è
classificato “olio extra-vergine di oliva” e per la
sua bontà è apprezzato in tutta Italia.
Il vino prodotto dalle uve locali dà vini di pregiata
Nevole (Nuvole) qualità come la “malvasia” e il “trujanelle”.
Operano sul posto diverse botteghe artigianali.
Da circa cinquant’anni è nata anche un’industria per la trasformazione del latte,
che esporta i suoi prodotti non solo in Italia, ma in tutta Europa. Erede di una
famiglia di pastori transumanti stabilitisi in loco, la ditta Cordisco ha immesso sul
mercato una svariata gamma di prodotti caseari, distinguendosi per la saporitissima
“scamorza” (mozzarella) e per la “ricotta” fresca mentre
il “canestrato pugliese” ed il “caciocavallo”, tipico
l’azienda, ha ottenuto la denominazione D.O.P. .
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