Page 4 - Toponomastica unita
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Vademecum DeSaLeo                                                    Toponomastica - Storia


                    Situata in una posizione strategica sulla riva destra del fiume Fortore, la cittadina
                 sin  dal  suo nascere è vissuta basando la  sua  economia esclusivamente
                 sull’agricoltura e sulla pastorizia.

                    Divenne, quindi, importante mercato di prodotti agricoli, soprattutto grano, olio
                 e vino, per i viandanti che in quel punto dovevano oltrepassare il fiume.


                    Distrutta questa dagli invasori stranieri e da diversi terremoti, sulle sue rovine fu
                 edificata, per volere dell’imperatore Traiano, tra il I e II secolo d. C.  un’altra
                 cittadina a cui si diede il nome comune di Civitate. (Civitas Trajana)

                    Costretta a subire la dominazione dei Bizantini, fu da questi anche fortificata, ma
                 questo  non  le  evitò il  succedersi delle invasioni da parte di Saraceni,  Franchi,
                 Normanni, Svevi ed Aragonesi.

                    Il 18 giugno dell’anno 1053 fu teatro della famosa “Battaglia  di Civitate”

                 combattuta tra le truppe di papa Leone IX ed i Normanni di Roberto il Guiscardo.
                 La tremenda sconfitta inflitta alle truppe papaline  segnò il nuovo destino  del
                 Mezzogiorno d’ Italia.

                    L’abbondante ricchezza di cinghiali vide spesso la presenza di Federico II nei
                 suoi boschi.


                     Fu anche sede di Diocesi, che fu soppressa con bolla di papa Gregorio XIII nel
                 1580, allorquando gli abitanti di Civitate cominciarono ad abbandonare la città a
                 causa dell’aria malsana per trasferirsi nel vicino casale di San Paolo.

                    Qui la gente si trasferì portandosi dietro non solo le masserizie, ma anche il
                 materiale edilizio per costruire le nuove case.

                    Divenuto feudo, il casale appartenne ai Carafa prima e dopo ai Gonzaga, che

                 accolsero gli  ultimi  abitanti costituiti da Albanesi, Greci e Schiavoni con atto
                 notarile del 17 maggio 1573.

                    I Gonzaga, dopo il tremendo terremoto del 1627, che distrusse tutte le abitazioni,
                 fecero ricostruire con il loro aiuto  non solo le abitazioni, ma anche le chiese,
                 edificandone una  nuova accanto al palazzo  baronale e che  dedicarono a San
                 Giovanni Battista, che divenne anche la chiesa parrocchiale. (1641)


                    Contestualmente veniva edificata, anche questa con l’aiuto dei Gonzaga, la
                 chiesa di S. Antonio di Padova da parte dei Frati Minori Osservanti.

                    Sotto  i Gonzaga, che tennero  il feudo  fino al  1746, la cittadina  crebbe e si
                 sviluppò. La popolazione si dedicava quasi esclusivamente ai lavori in agricoltura.






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