Page 58 - Puteche e Put'cher Libro
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Putech & Put’chér                                                                                                                     DESALEO


               dei motori per il trasporto presso l’oleificio dove, dopo averle pesate, si

               contrassegnavano con un numero o con il nome del proprietario su un

               biglietto  con  scritto  anche  la  pesata  ed  infisso  sui  sacchi  e

               successivamente, venivano accantonati in un angolo dell’opificio in attesa


               del  turno  della  molitura  o,  in  alcuni  casi,  in  attesa  di  altre  olive  per

               completare  il  carico  che  doveva  servire  per  la  molitura  delle  presse;

               tenendo presente la resa più bassa che si era verificata (per esempio: se

               con un quintale di olive in quella zona aveva prodotto 15 litri di olio, si

               poneva a base approssimativa questo numero per sapere quanti quintali

               di olive erano necessari (raccolti in quella zona), per arrivare al fabbisogno

               di olio che serviva per l’intero anno alla famiglia.


                  I  nostri  frantoi  che  ricordiamo  erano  quello  di  Angiulin  Altieri  (Via

               Vittorio  Veneto  –  Piazza  Municipio),  quello  di  Iannaccone  (via  XX

               Settembre sottoposto al livello stradale dove si accedeva con delle scale

               per le persone e uno scivolo per i sacchi); quello di Barone Domenico

               (Via G.Verdi) e quello di Montemitro - Cordisco ubicato in Via Camarca


               (quartiere Corea).

               Ma  prima  ancora  non possiamo  dimenticarci dei  frantoi nati  molti  anni

               prima  e  che  vogliamo  ricordare:  il  Frantoio  di  Altieri  ubicato  bascj

               Torremaggior (quasi di fronte all’alimentare di Palomm) che non avendo

               avuti figli lo cedette al nipote Zucchetti Giovanni alias Zu’chett e quello

               di Caldarella che era ubicato in Via Ovidio.


               La prima lavorazione delle olive era destinata ai titolari dei frantoi che per

                                                  non      creare      dubbi       negli     agricoltori,

                                                  macinavano              le

                                                  proprie olive in modo

                                                  che  le  macine,  i

                                                  fiscoli  e  le  tubature




                                                                                               Pag. 56 di 96
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