Page 37 - Puteche e Put'cher Libro
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Putech & Put’chér                                                                                                                     DESALEO


               ideale  del  forno  che  era  tale  nel  momento  in  cui  il  colore  delle  pietre

               cambiava, esse da nere divenivano bianche. Solo allora potevano essere

               adagiate le teglie con le pizze, permettendo così al forno di raggiungere

               una temperatura più bassa e adeguata alla cottura del pane.   Prima di


               mettere a cuocere il pane, il forno veniva lavato con degli stracci di iuta

               bagnati,  legati  al  un’asta  di  legno,  per  eliminare  i  residui  di  cenere

               dell’infornata precedente. La cottura del pane durava circa un paio d’ore.

                  I  forni,  quasi  tutti  alimentati  a  paglia,  poiché  questo  tipo  di

               alimentazione  aveva  un  prezzo  molto  basso  per  la  quantità  dell’offerta

               della  paglia  (all’epoca  si  mieteva  molto  grano  e  di  conseguenza  si

               produceva molta paglia). Con il passare del tempo e con il cambio di alcune


               culture agricole, molti forni a paglia si sono trasformati in alimentazione a

               legna e poi ancora in quella a gasolio per finire a quella attuale, a metano,

               mentre altri sono scomparsi definitivamente.

                 Ai  forni  si  portavano,  oltre  al  pane,  tutte  quelle  pietanze  che  aveva

               bisogno  di  essere  infornate,  come  melanzane  ripiene,  patate  al  forno,


               pizza fatta in casa, e tante altre squisitezze del genere, mentre per altre

               minestre era sufficiente il braciere o la cucina a legna (poi sostituita da

               quella  a  gas).  L’ordine  di  infornare  era  dettato  dal  proprietario  che

               assegnava: U PRIM (chi doveva infornare alle ore 5 di mattina) APPRESS

               (chi doveva infornare alle ore 8 di mattina), e U DOP (quello che doveva

               infornare alle ore 11,00), le operazioni duravano mediamente circa 3 ore.


                 Era usanza, in questi locali, prendere in prestito la  Luvatin (il lievito

               madre fatto in casa) per l’impasto dei giorni successivi.

                 Nell’attesa, le varie massaie si riunivano in gruppi (anche parentali) per

               scambiare opinioni, consigli ma soprattutto pettegolezzi.                Il pomeriggio,

               tranne in pochissimi casi, era dedicato alla pulizia del forno.






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