Page 13 - I MASTR
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I MASTR DESALEO
umore, per non disturbare il sonno dei vicini, rifinendo, magari, ciò che
aveva incollato il giorno prima. Qualcuno lop definiva un “artista” per il
modo di appianare ogni difetto della scarpa. Lo vedevamo sempre con una
suola in mano e un famigerato tacco rotto posato sul suo tavolino colmo
di attrezzi di lavoro, la lesina, simbolo del suo mestiere, lo spago, il
punteruolo, il trincetto, la lama, la gomma, la iuta. Incallito fumatore di
Nazionali, mast Pepp che indossava sempre un grembiule in cuoio,
manifestava tutta la sua maestria, assemblando e rendendo nuove scarpe
andate in malora. Sedeva sempre su una sedia di paglia che doveva avere
adeguata altezza tale da consentirgli una posizione sempre orizzontale alle
ginocchia sulle quali appoggiava stabilmente l’incudine a forma di piede
rovesciato quando inchiodava le scarpe che doveva riparare. La sua
bottega, sempre impregnata degli odori più strani, colla, pece, grasso,
cromatina, era molto frequentata, spesso anche da chi non aveva scarpe
da farsi aggiustare. Era col tempo diventata un luogo di incontro, un
passatempo, un modo per scambiare quattro chiacchiere e discutere su
ogni avvenimento di argomento paesano o generale, per cui aveva sempre
compagnia.
Oggi in questa nostra società moderna il mestiere di calzolaio non è più
considerato un lavoro attuale e non attira più i giovani, al giorno d’oggi le
scarpe, quando si rompono, vengono buttate via e non più riportate ad
. E allora, addio vecchio mestiere di una volta!
aggiustare dai nostri scarper
Ai meno giovani, come noi, rimane solo la memoria di un’arte manuale che
ha caratterizzato la vita di generazioni. Ci piace solamente ricordare e
mettere in risalto che anche se ha sempre lavorato “per i piedi” il nostro
scarpar non ha mai realizzato scarpe “fatte con i piedi”.
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