Page 12 - I MASTR
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I MASTR DESALEO
delle persone indossavano zoccoli di legno o ciabatte di cencio con la suola
che si annodava con dei legacci, ma anche semplici pezze di stoffa che
venivano avvolte attorno al piede. Solo a partire dal Duecento si ebbe una
crescente diffusione di scarpe e stivali in pelle e cuoio. Non a tutti e noto
ma fino al Settecento venivano fabbricate scarpe identiche per entrambi i
piedi. Solo con la Rivoluzione Francese si
cominciò ad avere la possibilità di calzare
una scarpa destra e una sinistra, portando,
nel mondo della calzatura, una vera e
propria rivoluzione. Con l’industrializzazione
nel XX secolo le scarpe cominciarono ad
essere prodotte in fabbrica, portando alla
scomparsa, quasi totale, del tradizionale calzolaio, u scarpar, di cui
abbiamo un ricordo incancellabile e che nelle sue file annovera personaggi
famosi quali, fra gli altri, il filosofo Simone d’Atene, allievo di Socrate,
Giacomo Pantaleone, patriarca di Gerusalemme, divenuto poi papa sotto il
nome di Urbano IV, i martiri Crispino e Crispiniano, patroni della categoria,
tutti calzolai prima di fare altro nella vita.
Noi abbiamo conosciuto questo mestiere negli anni Sessanta, quando,
insieme a quello del falegname e del fabbro, il calzolaio rappresentava una
attività artigianale più prosperosa dei nostri paesi: le scarpe venivano
riparate e riutilizzate, magari passate al secondo figlio nel frattempo
cresciuto. Certo non era l’epoca in cui gli abitanti della campagna, nel
recarsi al paese, facevano buona parte del tragitto scalzi, con le scarpe a
penzoloni sulle spalle e le indossavano solo in prossimità del centro abitato,
al fine di limitarne l’usura. In quell’epoca ogni piccolo paese aveva il suo
,
mast Pepp, u scarper che apriva la sua bottega di buon’ora ma stava
attendo a svolgere nelle ore della mattinata lavori che facevano poco
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