Page 25 - Puteche e Put'cher Libro
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Putech & Put’chér                                                                                                                     DESALEO


               VENDITA DI SCARPE


               Per questo tipo di attività é obbligatorio fare una premessa, cioè che i

               vestiti e le scarpe si acquistavano quasi sempre due volte all’anno: prima


               di Sant’Antonio e Prima di Natale oltre alle occasioni speciali quali funerali

               e matrimoni (per non far vedere le scarpe vecchie).


               Fatta questa premessa l’attività di vendita di scarpe presente nel nostro

                                                                    , alias “U Ruscitt” , che aveva
               paese era quello di Caldarella Leonardo

               un negozio fornitissimo sito in Via XX Settembre tra la Chiesa Madre e

               Palazzo Gonzaga (tuttora presente anche se chiuso). Lì trovavi tutto quello


               che poteva servirti dalle ciabatte                         , dalle scarpe con le zeppe
                                                        alle espadrillas
               per le donne alla scarpa classica, da quella per giocare a pallone alle scarpe

               da tennis per fare la ginnastica a scuola, insomma trovavi qualsiasi paio di

               scarpe  che  ti  serviva,  e  se  poi  la  misura  non  c’era,  niente  paura,  il

               pomeriggio o il giorno dopo era possibile ritirare le scarpe con la misura


               giusta.


               Narducc                                  , hanno dato molto ai sanpaolesi, da quel
                           , e sua moglie Nettucc
               negozio non è mai uscita una persona senza scarpe perché non aveva

               soldi. Hanno dato credito a quasi tutto San Paolo e, le persone, ogni mese,


               (o quasi) portavano quello che potevano. Questa usanza del segnare era

               in voga presso tutti i negozi e tutti avevano il quaderno per “segnare”,

               poi, quando si riscuoteva la disoccupazione o pagato il raccolto venduto

               oppure arrivavano i soldi dall’estero, si saldava.



















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