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I MASTR DESALEO
peccaminoso “Grand Hotel” e il famigerato “Bolero”
nei quali una attrice prosperosa intraprendevano
storie d’amore di povere operai che sposavano i
padroni delle industrie, scarpe lucide e mascelle
volitiva, di ragazze ingenue, sedotte e abbandonate,
che infine ritrovavano il proprio amore, di peccatrici
pentite, perdonate e riabilitate, di mamme cacciate
di casa per errore, che ritrovavano mariti e figli in
punto di morte. Dopo questa dura e snervante gavetta, la ragazzina poteva
essere ammessa con il grado di seduta al successivo livello che
comprendeva la cucitura degli orli ed a seguire il taglio e le cuciture di abiti.
Molto dovevano rubare con gli occhi i segreti del mestiere perché la
Maestra non sempre era disposta a dire e far imparare tutto il necessario.
Le maestre erano costrette a organizzare la propria attività in misere e
anguste stanze che si trasformavano all’occorrenza in
piccoli laboratori, peggiorando ulteriormente il già
precario stato igienico delle abitazioni. I modesti
ambienti venivano completamente sacrificati al
mestiere e i figli, utilizzati come fattorini nelle
commissioni più urgenti, venivano costretti a disertare
la scuola.
In questo articolo vogliamo però focalizzarci su tutte quelle sarte “faidate”
che dagli anni 50 e 60 e fino agli 80 hanno caratterizzato la nostra vita
quotidiana …. infatti in ogni nucleo familiare c’era chi (con risultati più o
meno positivi) praticava questo mestiere. Le nostre nonne o mamme erano
sempre pronte al rammendo e al rappezzo. Come avremmo fatto senza i
mitici orli ai jeans appena comprati? E ricordate quando il maglioncino
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