Elezioni comunali 2023. Brevi riflessioni a margine

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Il clamore della campagna elettorale si è placato. La conta dei voti è stata fatta. Il nuovo Sindaco è stato proclamato. Cosa resterà di questa campagna elettorale? Poche idee innovative, molte invettive di dubbia tenuta stilistica e scarsa propensione a un dibattito rispettoso dell’intelligenza dell’elettorato.

Care amiche e cari amici,

il risultato delle elezioni di San Paolo di Civitate, la conta dei voti e la loro distribuzione raccontano di un Comune diviso a metà, di una differenza di soli 69 voti tra la lista che ha portato alla vittoria Costantino Rubino e quella del Sindaco uscente Francesco Marino. In sostanza, la lista 4 vince ma non stravince, alla lista 1 rimane l’amaro in bocca, mentre le liste 2 e 3 pagano lo scotto delle loro piccinerie identitarie, degli spurghi narcisistici e delle loro narrazioni fortemente polarizzate. Ma procediamo con ordine.

Una prima caratteristica che emerge è che anche l’agone politico sanpaolese non si è sottratto alla tendenza tutta italiana di denigrare sistematicamente l’avversario. Abbiamo sentito le solite promesse altisonanti, talvolta espresse con costrutti sintattici alieni alla lingua italiana. Tutto ciò, oltre a non appassionare più di tanto i sanpaolesi, ha raggiunto un livello di disincanto senza precedenti tra gli elettori e le elettrici che ha rischiato di non produrre nulla di politicamente rilevante. Insomma, abbiamo vissuto una campagna elettorale non solo aggressiva, come si capisce da alcuni segnali, ma dai contenuti politici confusi e vaghi, priva di slancio sul piano dei programmi. La sensazione è che l’elettorato sanpaolese questa volta sia rimasto spiazzato: i paradigmi a cui era abituato sono venuti meno.

Un secondo aspetto che balza agli occhi è aver messo in campo un numero di liste e di candidati consiglieri oggettivamente eccessivo che non è giustificabile (nel senso che non si è rivelata una strategia vincente) se guardiamo ai risultati, con alcuni candidati che hanno riportano solo qualche decina di preferenze. Questo vuol dire che il rapporto candidati/elettori è stato di circa 1 candidato ogni 112 elettori (gli elettori a San Paolo, secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, sono 5.409). Tali numeri si abbassano se consideriamo i votanti effettivi che sono stati 3.256, quindi possiamo affermare che in queste amministrative la proporzione è stata di circa 1 candidato ogni 68 votanti. Risulta evidente che questa ipertrofia di candidati consiglieri ha reso il voto molto volatile e lasciato molti candidati amareggiati dalle scarse preferenze ricevute.

Un terzo dato che merita attenzione è stata la presenza nelle varie liste di candidati under 30. Sono scesi in campo per dare voce alle loro istanze, per rappresentare una generazione di cui la politica spesso non si cura come dovrebbe. Alcuni sono apparsi un po’ spaesati, altri decisamente preparati e sicuri della loro scelta. L’impressione generale è stata una certa disattenzione nei loro confronti da parte dei coordinatori delle varie liste, che non sono riusciti a delineare strategie performanti adeguate e adatte al loro potenziale politico.  Ma questo non li deve scoraggiare, andrà meglio la prossima volta. Anzi, sarebbe davvero una novità per San Paolo di Civitate se alle prossime amministrative si presentasse una lista di under 30, composta da candidati preparati, e programmi elettorali audaci e innovativi.

Comunque, al di là del risultato, delle percentuali e degli under 30, va detto che le elezioni marcano sempre un momento particolarmente sensibile della vita collettiva, soprattutto in un piccolo paese come il nostro. Paese che è rimasto disorientato dall’offerta spropositata di liste e di candidati, dai toni particolarmente accessi e dallo stile duro e sgarbato di alcuni comizi. In sostanza, queste amministrative invece di essere uno spazio di confronto su temi e programmi, si sono trasformate in una bagarre senza senso che ha finito per spezzare quel legame di natura negoziale che è la chiave che permette al candidato di entrare in sintonia con l’elettorato. Un tempo si definiva “dote politica” che non vuol dire essere dei bravi oratori, ma soprattutto essere in grado di costruire quella capacità di rinegoziare continuamente le proposte. Vale a dire, saper attivare quella capacità d’ascolto che diventa risorsa vincente. Perché, come disse un Sindaco sanpaolese di trenta anni fa: una campagna elettorale serve per dire, per vincere, ma anche per ascoltare.

E finiamo con un breve ripasso storico: l’elenco dei Sindaci di San Paolo di Civitate, a partire dal 1993, anno di introduzione dell’elezione diretta del Sindaco con la Legge n.81 del 25 marzo 1993. I dati sono tratti dall’archivio storico delle Elezioni Amministrative di San Paolo di Civitate.

Elezioni Comunali 1993. Il 6 giugno 1993 viene eletto sindaco Antonio Luigi Grimaldi con una lista civica indipendente.
Elezioni Comunali 1997. Matteo Laganella con una coalizione di Centrosinistra (Liste Civiche). Il suo mandato si è interrotto il 6 luglio 1999 a seguito delle dimissioni rassegnate dalla maggioranza dei consiglieri.
Elezioni Comunali 2000. Roberto Zampino con la lista Centrodestra (Liste Civiche).
Elezioni Comunali 2005. Generoso Perna con una coalizione di Centrosinistra (Liste Civiche).
Elezioni Comunali 2010. Generoso Perna con una lista civica.
Elezioni Comunali 2015. Francesco Gentile con la lista civica Progetto Comune. Con D.P.R. del 25 ottobre 2017, pubblicato sulla G.U. n.266 del 14-11-2017, il consiglio comunale è stato sciolto per le dimissioni rassegnate dalla maggioranza dei consiglieri ed il comune è stato commissariato.
Elezioni Comunali 2018. Francesco Marino con la lista civica Crescere Insieme.
Elezioni Comunali 2023. Costantino Rubino con la lista civica Una San Paolo Migliore.

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