Amministrative 2023: scatta il silenzio elettorale

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Nessun comizio. Stop alla propaganda. Interviste vietate. Il giorno prima delle elezioni vige la regola del silenzio elettorale: partiti, candidati ed esponenti politici devono astenersi da ogni commento, dichiarazione o intervento sulle urne.

Care amiche e cari amici,

da ieri notte fino alla chiusura dei seggi, prevista per le ore 15.00 di lunedì 15 maggio, a San Paolo di Civitate, come in tutti i Comuni chiamati al voto, ai candidati alla carica di sindaco e di consiglieri è vietato fare campagna elettorale. Non potrà quindi essere organizzato nessun comizio, nessun annuncio o nessuna intervista in tv e sarà vietata l’affissione di manifesti di propaganda. Questo silenzio conosciuto come “silenzio elettorale” è stabilito da una legge del 1956 e serve a garantire ai cittadini e alle cittadine un giorno per riflettere sul voto in totale autonomia.

Non sempre però le norme sul silenzio elettorale vengono rispettate, anzi. L’attuale regolamentazione presenta diversi limiti, soprattutto perché non include i social network, piattaforme utilizzate ormai da milioni di utenti e da tutti i principali politici italiani.

Che cosa prevede la legge: una legge di quasi settant’anni fa

La legge N° 215, che introduce il silenzio elettorale risale al 4 aprile 1956 (con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale l’11 aprile dello stesso anno), recita (art. 9) “nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, la nuova affissione di stampati, giornali murali e altri manifesti di propaganda”. In più, è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali. Per chi non rispettasse questa normativa, la legge prevede una punizione con sanzione amministrativa pecuniaria da 103 a 1032 euro. Come si evince, la legge è di ben 67 anni fa e mostra tutti i suoi anni. Nel 1984 è stata aggiornata tenendo conto degli avanzamenti tecnologici, con l’aggiunta della frase “nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni è fatto divieto anche alle emittenti radiotelevisive pubbliche e private di diffondere propaganda elettorale”. Ci si aspetterebbe però, un’ulteriore modifica del testo per stare al passo coi tempi. E invece no. Nessun accenno a Internet, e tanto meno ai social network.

Vuoto normativo per i “luoghi” virtuali

Le norme infatti non contemplano in nessun modo il Web tra i “luoghi” nei quali è vietato fare propaganda, generando quindi un vero e proprio vuoto normativo. Secondo un rapporto Istat del 2019, più del 42 per cento degli italiani utilizza la Rete per informarsi sulla politica, e con tutta probabilità la percentuale oggi è ancora più alta: basti pensare ad alcuni leader politici che nelle Elezioni politiche del 25 settembre 2022 decisero di chiudere la campagna elettorale non con un comizio ma con una diretta di quattro ore sui social, definiti “la piazza virtuale più grande d’Italia”.

Sfruttando questa zona franca, gli esperti preferiscono definirla “questa terra di nessuno”, di fatto molti partiti continuano a fare propaganda anche nel giorno precedente all’apertura dei seggi, con video e post che invitano a votare per loro.

Tuttavia, in questi ultimi anni non sono mancati i tentativi di modificare la legge sul silenzio elettorale aggiungendo anche Internet e i social network, ma nessuna proposta è stata approvata in Parlamento. Ricorderete che in occasione delle elezioni politiche del 2018, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), la stessa che disciplina la par condicio, ha diffuso delle linee guida sull’uso delle piattaforme online in cui si legge che “sarebbe auspicabile che anche sulle piattaforme in questi due giorni fosse evitata, da parte dei soggetti politici, ogni forma di propaganda, per evitare di influenzare con pressioni indebite l’elettorato ancora indeciso”. Ma non è una legge, è un “auspicio”, appunto, che lascia il tempo che trova. Basta navigare sui social per assistere, in occasione delle tornate elettorali, a evidenti violazioni di regole che tutelano il libero convincimento dell’elettore e dell’elettrice da influenze e pressioni. Come quella che  fece un ex consigliere comunale di Roma che pubblicò addirittura la foto della sua scheda elettorale con la preferenza ben visibile.

L’importanza del silenzio elettorale

Insomma, dopo aver ascoltato le proposte e le voci dei vari candidati, gli elettori e le elettrici devono poter disporre dell’intangibile tempo del silenzio per riflettere serenamente sulla scelta da fare, senza turbamenti esterni o tentativi di convincimento last minute. Silenzio come pausa del troppo parlato, come pausa di riflessione interiore, libero esercizio del pensiero. Silenzio!

 

 

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