Sindaco, Presidente del Consiglio, colleghi Consiglieri Comunali, buonasera, l’accapo posto all’ordine del giorno di questo Consiglio Comunale é sicuramente uno di quelli che mai nessun Consigliere Comunale durante l’espletamento del proprio mandato avrebbe voluto discutere. Questa sera siamo chiamati a dichiarare il dissesto finanziario del nostro Comune che equivale nelle imprese di diritto privato al fallimento.
L’importanza dell’argomento in discussione ci obbliga a ricostruire i fatti e le circostanze che hanno provocato il dissesto finanziario.
Il tutto nasce nel marzo 2013 quando la sezione regionale della Corte dei Conti notifica a seguito dei controlli previsti ai sensi del D.lgs 267/2000 la delibera 39/2013 con la quale accerta una serie di irregolarità e criticità da parte del Comune di San Paolo di Civitate in grado di provocare il dissesto finanziario … mi limito a segnalarne solo alcune:
- ricorso costante all’anticipazione di cassa;
- presenza di un enorme debitoria commerciale;
- assenza di riscossione di entrate derivante dal mancato recupero dell’evasione della Tassa Rifiuti e dall’Ici;
- presenza di residui attivi non riscossi e quindi di dubbia esigibilità;
- utilizzo indebito di somme a destinazione vincolata per pagamento di spese correnti (con riferimento specifico a quelle somme che dovevano essere utilizzate per la realizzazione della piscina comunale).
Con la stessa delibera la Corte dei Conti chiedeva al Comune di San Paolo di Civitate l’adozione di misure correttive idonee a superare gli squilibri di bilancio che potevano provocare il dissesto finanziario e, ciò, attraverso la presentazione di un piano di rientro capace di superare definitivamente lo stato di insolvenza e riportare in condizioni di equilibrio la cassa dell’Ente con il completo rientro dell’anticipazione di cassa; assegnava altresì il termine di 60 giorni dalla notifica dell’atto per l’approvazione da parte del consiglio comunale del piano in parola.
A modesto parere di questo relatore, l’amministrazione precedente, senza l’intervento del Decreto Legge 35/2013, non sarebbe stata in grado di presentare alcun piano di rientro alla Corte dei Conti e, a dimostrazione di quanto appena detto, vi è il fatto che a soli 3 giorni dalla scadenza del termine perentorio fissato dalla Corte per l’approvazione del piano veniva richiesta proroga alla stessa Corte dei Conti.
Ma entriamo nel merito del Piano: con delibera n. 14 del 18.06.2013 l’amministrazione comunale precedente approvava uno “pseudo” piano che mirava a garantire la completa estinzione della debitoria commerciale ed il rientro totale dell’anticipazione di cassa entro il 31.12.2015.
Il piano di durata triennale (2013-2014-2015) mirava ad eliminare 2.740.000 euro di debiti commerciali e 1.260.000 di anticipazione di cassa e, pertanto, aveva quale obiettivo l’azzeramento della complessiva debitoria in essere di circa euro 4.000.000… Vi chiederete come? Per la parte riguardante l’eliminazione dei debiti commerciali di 2.740.000 euro, mediante un mutuo concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti ai sensi del DL 35/2013.
Ma che cos’è e cosa prevedeva il DL. 35/2013. Il DL 35/2013 chiamato anche “salva enti” dava la possibilità ai comuni con particolari squilibri finanziari di accedere ad un mutuo trentennale per pagare la debitoria commerciale certificata alla data del 31.12.2012; quindi si è provveduto a contrarre un debito a lungo termine per estinguerne uno a breve termine ………….. sarebbe stato, allora, più opportuno chiamare questo decreto “spalma debiti” e non “salva enti”!
Per quanto riguarda il rientro totale dell’anticipazione di cassa, l’amministrazione si impegnava ad adottare in tempi rapidi, un serie di atti che avrebbero dovuto portare nelle casse comunali risorse fresche finalizzate ad estinguere l’anticipazione di cassa, atti amministrativi, tesi al recupero dell’evasione tributaria, al recupero da parte degli assegnatari delle somme anticipate dall’ente per gli espropri della zona 167, impegnandosi inoltre a ridurre le spese non necessarie.
Sempre nella stessa delibera, il Sindaco Perna dichiarava che l’ente aveva regolarmente ricostituito il vincolo sull’anticipazione di tesoreria degli oltre 520.000 euro della piscina utilizzati per pagare la spesa corrente.
Riassumendo, alla data di approvazione del piano, al netto del mutuo concesso ai sensi del Dl 35/2016 che ha coperto i debiti commerciali, all’ente, rimaneva da recuperare solo l’anticipazione di tesoreria e, dunque, solo l’importo di euro 1.260.000.
Precedentemente ho parlato di uno “pseudo” piano di rientro, perché sostengo questo ? La Corte richiedeva un Piano di rientro della debitoria preceduto da una completa e puntuale ricognizione della stessa in contraddittorio con l’organo di revisione. Leggendo gli atti verrebbe da chiedersi quale mente eletta ha redatto il piano, considerato che la proposta di delibera non è stata sottoscritta dal Responsabile dell’Ufficio Finanziario e che il Revisore dei Conti, il professionista abilitato al controllo interno dell’Ente, si limita ad “esprimere parere favorevole sulla proposta” senza entrare in alcun modo nel merito e nei contenuti.
Il piano di rientro per essere credibile, necessitava di un parere analitico da parte del Revisore dei Conti, che doveva riguardare l’attendibilità dei flussi di entrata e la congruità delle spese, e doveva fissare altresì modalità e tempi di attuazione e, tutto, dopo aver effettuato una ricognizione seria dei residui.
L’eventuale supporto di professionisti specializzati in materia in una fase preliminare, anche a titolo gratuito, senza attendere il susseguirsi degli eventi, avrebbe potuto aiutare l’Ente nell’attuazione di un piano di rientro più adeguato, soprattutto in termini temporali visto che la norma consentiva all’Ente di proporre volontariamente un piano contenente il rientro finanziario globale in un tempo massimo di anni 10; la leggerezza con la quale gli amministratori del tempo gestirono la problematica, dimostra quanta poca competenza e, nondimeno, quanta poca umiltà vi fosse da parte di costoro che, a discapito dell’intera collettività, a mio avviso peccarono di buona presunzione operando grossolanamente.
Ma ritorniamo al piano approvato. La Corte dei Conti con la delibera 174/2013, confermando le eccezioni sulla fattibilità che venivano sollevate nel C.c. di approvazione dello stesso dall’allora Consiglieri Minchillo e Tosiani, ritenne parzialmente congruo il piano solo per la parte riguardante il pagamento dei debiti commerciali grazie al ricorso al mutuo concesso ai sensi del DL 35/2013 ma, la Corte ebbe altresì a significare e, riporto testualmente, “ la parte di piano relativa al rientro dell’anticipazione di tesoreria, il cui obbiettivo è di euro 1.263.509,94, appare del tutto incerta, in quanto non sono stati forniti elementi sufficienti a comprovarne pienamente l’attendibilità e quindi non può essere ritenuta congrua allo stato degli atti”. Ciò in quanto non è stata fornita una stima in termini finanziari e soprattutto temporali dell’attuazione delle misure correttive della parte entrata, in parole povere non si è specificato in quanto tempo e con quali modalità si sarebbe provveduto ad incassare le somme derivanti dalle affrancazioni, dalla 167 e dal recupero dell’evasione tributaria.
Pertanto, la Corte invitava l’Amministrazione Comunale ad individuare nuove misure correttive dello squilibrio di cassa, a controllare strettamente l’attività di riscossione volontaria e di accertamento dei tributi, ad intervenire immediatamente per il recupero delle somme anticipate dalla 167 e soprattutto eliminare le spese non necessarie, disponendo il monitoraggio semestrale sino alla data del 31.12.2015 termine ultimo ed inderogabile per il risanamento dell’Ente.
E cosa e’ accaduto dal quel 18.06.2013 al 31.05.2015 ? NULLA ! Non solo non si e’ fatto nulla rispetto alle prescrizioni ed agli impegni assunti con la Corte dei Conti, ma questo era prevedibile, non tutti siamo abituati a rispettare gli impegni; cari concittadini gli atti impopolari che i precedenti amministratori si erano impegnati ad adottare al fine di risanare quella quota di anticipazione di tesoreria (recupero evasione tributaria e recupero delle somme dalla 167), è legittimo pensare che non furono adottati dagli amministratori per mera opportunità degli stessi perché così facendo avrebbero pregiudicato il proprio risultato elettorale atteso l’avvicinarsi della consultazione per il rinnovo del Consiglio Comunale; ma come se non bastasse, non soltanto non si furono adottati gli atti indispensabili a fronteggiare gli impegni assunti ma, addirittura, ebbero una gestione della spesa pubblica non consona alla situazione finanziaria dell’ente, priva cioè di diligenza che invece dovrebbe caratterizzare la gestione di un buon padre di famiglia: altro che eliminare spese non necessarie !!!!!
La situazione finanziaria dell’ente alla data di insediamento di questa amministrazione, come da una prima e sottolineo prima e sommaria ricognizione effettuata dal Responsabile del Servizio Finanziario Rag. Anna Maria Coronato in data 08.06.2015, era la seguente:
- Anticipazione di tesoreria accordata euro 1.456.000 – utilizzata euro 1.453.000 – disponibilità euro 3.000;
- Fondi Vincolati da ripristinare per la Piscina Comunale euro 521.563,53; e per la ricostruzione forestale S. Marzano euro 211,55 (scusate ma il sindaco Perna non aveva dichiarato in quel C.C. che le somme relative alla Piscina già nel 2013 erano state vincolate); oggi non solo non risultano vincolate, ma addirittura si utilizzano altre somme a destinazione specifica per il pagamento delle spese correnti…. permettetemi, errare è umano ma perseverare e diabolico.
Inoltre, sempre da una prima ricognizione, risultavano debiti commerciali per circa 1.000.000 di euro che nelle ricognizioni successive aumentavano costantemente.
Pertanto il totale complessivo della debitoria dell’Ente era diventato di circa 3.150.000,00,
Concittadini in meno di 2 anni non solo non si è fatto nulla ma addirittura la debitoria dell’Ente, a causa di una gestione poco oculata della spesa pubblica, aumentava di 1.900.000 euro; non appare affatto che chi ci ha preceduto abbia avuto alcuna intenzione di salvare questo Comune, eppure una scialuppa di salvataggio gli veniva fornita attraverso il decreto legge 35 ma, evidentemente, il Capitano della Nave invece di dirigerla verso la terra ferma e porre in salvo il suo equipaggio, non si accorgeva di prendere la via del mare aperto, probabilmente non vi erano le competenze o mancava la volontà politica, di certo, se si sta per sbattere contro un iceberg e nulla si fa per evitare l’impatto, un motivo c’è sempre… distrazione, incapacità, mancanza di volontà… non sta a noi dirlo !!
A questo punto mi sorge un dubbio, com’è possibile incrementare la debitoria dell’Ente, in meno di due anni di 1.900.000 euro, considerata le capacità di bilancio del nostro Comune?
Può legittimamente pensarsi che la debitoria dichiarata alla Corte, nel 2013, ricordate quei 4.000.000 di euro di cui parlavamo prima e per i quali è stato approvato il piano di rientro, siano stati volontariamente ridotti rispetto a quella che era la debitoria reale dell’Ente ?
Tutto ciò solo allo scopo di presentare quello “pseudo” piano di rientro al fine di scongiurare il disseto immediato del nostro Comune?
Concittadini a me questo dubbio permane !!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sinceramente, appena eletti, i dati forniti dalla Responsabile dell’ufficio Economico Finanziario, hanno immediatamente spento l’entusiasmo della vittoria della consultazione elettorale, non perché non eravamo a conoscenza che l’Ente versava in una situazione di deficit finanziario grave, anche perche voglio ricordare a voi tutti cittadini, che durante la campagna elettorale l’amico consigliere Piero Minchillo più volte l’ha denunciata, ma solo perché i dati in nostro possesso erano di gran lunga inferiori rispetto a quelli reali.
A questo punto, nel rispetto del mandato che Voi cittadini ci avevate conferito, con senso di responsabilità, scettici per il poco tempo che avevamo a disposizione, ma fiduciosi sul risultato che potevamo ottenere, abbiamo intrapreso tutte quelle attività impopolari previste nel piano di rientro, supportate da una gestione attenta della spesa pubblica applicando la diligenza del buon padre di famiglia, onde dimostrare alla Corte dei Conti l’inversione di tendenza messa in atto da questa amministrazione allo scopo ultimo di cercare di ottenere una proroga del termine di scadenza del risanamento globale della massa debitoria che, ricordo a tutti, era fissata al 31.12.2015.
Quindi, d’apprima abbiamo provveduto, mediante il riaccertamento straordinario dei residui, ad eliminare dal Bilancio Comunale residui attivi per 4.050.000 euro.
Ma cosa sono i residui attivi? Dovrebbero essere crediti certi, liquidi ed esigibili che l’Ente deve incassare, riferiti ad esercizi finanziari precedenti ma, nello specifico, si trattava di somme iscritte in bilancio che non rispettavano questi principi ma nello stesso tempo consentivano all’amministrazione precedente di effettuare spese che poi puntualmente non si potevano pagare; in altri termini, permettevano la creazione di debiti commerciali.
Abbiamo provveduto ad avviare un attività di contrasto all’evasione tributaria, finalizzata al recupero delle imposte comunali, attività questa del tutto assente negli anni precedenti tanto da lasciare maturare le prescrizioni del diritto al credito da parte dell’Ente che, probabilmente, ha permesso ai soliti furbetti di farla franca.
Abbiamo provveduto anche se solo da pochi mesi ad approvare gli atti propedeutici al recupero a carico degli assegnatari degli alloggi, delle somme anticipate dall’Ente per gli espropri dei suoli della zona 167.
Ma, soprattutto, attraverso una gestione oculata della spesa pubblica abbiamo ridotto in soli sei mesi la debitoria complessiva portandola ad euro 2.642.000, così recuperando oltre 500.000 euro dalla debitoria evidenziata in quella prima e sommaria ricognizione effettuata dal Resp. Uff. Finanziario alla data di insediamento di questa amministrazione che, voglio ricordare a tutti, era circa 3.150.000 al netto del D.L. 35.
Probabilmente, per alcuni potrà essere anche poco, ma é la dimostrazione che volere é potere: è bastato un breve periodo a questa Amministrazione per lasciare, già in così poco tempo, traccia netta di un inversione di tendenza gestionale della cosa pubblica… inversione di tendenza che, nostro malgrado, questo Comune necessitava da troppo tempo prima il nostro insediamento !
Concittadini, come avete potuto notare noi le scelte impopolari abbiamo avuto il coraggio di farle ma, purtroppo, alla Corte dei Conti non è bastato, probabilmente se questi atti venivano fatti qualche anno fa avrebbero prodotto gli effetti finanziari alla data del 31.12.2015 e questa sera non saremmo qui.
Concittadini, colleghi consiglieri, siamo consapevoli delle conseguenze che la dichiarazione di dissesto finanziario dell’Ente porterà al nostro tessuto socio-economico, ma siamo certi di avere la coscienza a posto per aver tentato fino all’ultimo, con tutti i mezzi a nostra disposizione, di evitarlo.
Chissà se i nostri colleghi, precedenti amministratori, interrogando la propria di coscienza possano avere la stessa certezza….benché i delitti di coscienza, ma solo quelli di coscienza, non siano punibili dalla Legge Italiana ….
- replica ad intervento contestativo del Marino)
Consigliere Marino, innumerevoli volte ho replicato ai suoi interventi in precedenti C.C., ma questa volta, non me ne voglia, risulta del tutto inutile qualsivoglia replica alle Sue affermazioni… ritenga pure il mio un rifiuto al contraddittorio, a dir poco legittimo, se si considera che tutte le verità del caso sono state da me appena riassunte ma, ciò che conta di più, sono cristallizzate in documenti sovrani rispetto ai suoi tentativi, ormai disperati, tesi a confondere la giusta comprensione degli accadimenti. Risulta un’offesa all’intelligenza umana negare quello che ormai è un fatto certo ed evidente …. E’ come se volesse convincere i presenti, appena tornati da un funerale, che la salma non c’era !!!!! Dovrebbe ritenere, almeno questa volta, che il silenzio sia Signore ?!?!