E’ legato a una delle storie più leggendarie del brigantaggio di Capitanata il libro “Il tesoro di Gabriele Ga-lardi” (CDP Edizioni), scritto dal medico sanseverese Gabriele Falcone che ne ha ricostruito la vicenda, ri-portando anche miti e leggende che sono circolati intorno al suo nome.
A partire dal “tesoro” che dà il titolo al volume e che sarebbe stato nascosto a Rignano Garganico dove egli viveva e precisamente all’interno della Grotta Paglicci, dove Galardi aveva trovato rifugio e forse sepoltura. Il tesoro del brigante non fu mai ritrovato, anche se la Grotta ne nascondeva un altro, di tutt’altra natura, visto che è diventata un importante sito archeologico.
La storia viene narrata con risvolti drammatici, che mettono in luce aspetti umani e sociali e riportano l’attenzione sull’annoso dibattito circa la natura e le interpretazioni storiche del brigantaggio post unitario nel Mezzogiorno.
«L’autore ha voluto rappresentare il dramma di un convinto carbonaro, in lotta prima contro i soprusi dei barni latifondisti locali e dei Borboni affamatori del popolo, dopo contro gli invasori garibaldini e piemon-tesi; la rabbia per il suo vano sacrificio e per non aver potuto assicurare alla famiglia e alle sue figlie un av-venire di sicurezza, pace e benessere. Ha inoltre vouto mettere in evidenza la rocambolesca e affannosa ricerca del tesoro nascosto nella Grotta Paglicci, introvabile rifugio del brigante».
Gabriele Falcone, nato a San Severo nel 1944, medico anestesista rianimatore, ha esercitato la sua professione a Foggia e a San Severo dove ha ricoperto numerosissimi e prestigiosi incarichi direttivi presso ospedali e strutture sanitarie. E’ stato docente presso le Università di Napoli, di Bari e di Foggia. Ha al suo attivo moltissime pubblicazioni scientifiche, il libro “Raccontaci papà” (2011) e “Favole e racconti” (2013)
– Tratto da una presentazione di A. D’Amico –