COS’E’ IL TEATRO?
Se andassimo a ricercare su un qualsiasi motore di ricerca del web o su un vecchio dizionario probabilmente alla parola “teatro” ci verrà fuori la definizione di esso come una rappresentazione svolta in un posto dedicato, denominato per l’appunto teatro, in cui alcune persone, detti attori, si esibiscono su un palcoscenico per un pubblico accorso a fare da spettatore.
Questa definizione così veritiera non è che la punta di un iceberg. Nelle profondità degli abissi si nasconde tutto un mondo serenamente variopinto che risulta così complicato da spiegare a parole e tanto semplice da saggiare nell’esperienza. Sono certo che pare difficile comprendere le capacità del teatro per chi si sente profano, anzi, non condanno chi dice che il teatro è noioso, per vecchi, obsoleto, per pochi o da sfigati, in quanto sono consapevole che il teatro non è stato mai presentato con l’importanza che gli spetta, o meglio, quando propinato soprattutto in età scolastica, non si è fatta totale attenzione sulle modalità in cui l’offerta creativa veniva proposta. Uno spettacolo sbagliato, o una mancata preparazione allo stesso può portare alla disaffezione e in molti casi all’avversità. Raccontare Shakespeare a un adolescente lo si può fare, ma bisogna stabilire bene la modalità, come a dire che mangiare pesce congelato e inscatolato a casa non è la stessa cosa che mangiare pesce appena pescato su una spiaggia tropicale. Dunque, per approcciare al teatro c’è bisogno di una grande preparazione che sia impegnativa ma divertente, spensierata, appassionante e credibile. Questo preclude che chi propone teatro deve essere anzitutto innamorato dello stesso, poi competente e in grado di comunicare. Comunicare, si, perché nient’altro è il teatro che una forma comunicativa, capace di apprendere, di emozionare emozionandosi, di includere, di accrescere l’autostima, di costruire e consolidare il gruppo all’interno del quale si impara a muoversi attraverso la scoperta degli spazi e del corpo proprio e altrui, di aumentare la capacità e la consapevolezza di valutare i limiti fisici e sociali, di combattere la timidezza, di sviluppare e migliorare le abilità sociali, fisiche e verbali, di potenziare e valorizzare l’immaginazione, la creatività, la fantasia, la capacità di sognare (“siamo fatti della stessa sostanza dei sogni” citazione presente nel “La tempesta” di Shakespeare) e di giocare.
Il teatro non può definirsi soltanto nella performance bella o brutta eseguita innanzi a un pubblico, ma è un insieme di molteplici attività che non per forza devono culminare con una esibizione. E’ teatro anche analizzare il testo di una canzone e interpretarlo, è teatro anche leggere un libro e ridisegnarlo con la propria fantasia, è teatro cantare a squarciagola in compagnia, è teatro osservare la gente in fila alle poste, è teatro affrontare un’interrogazione a scuola piuttosto che all’università, la vita stessa è teatro.
Penseranno ora i lettori che chi scrive questo articolo tesse le lodi del teatro essendone un operatore. Io vi rispondo che quelle capacità enunciate sopra le ho sperimentate e continuo a farlo giorno dopo giorno su me stesso e sui miei compagni di viaggio, nello studio come nell’esecuzione, nell’interpretazione come nell’essere spettatore, nella fatica come nella soddisfazione che il teatro e ciò che lo circonda sa regalare.
In ultima analisi il teatro è terapeutico e l’ho visto coi miei occhi e col mio cuore, vedendo me stesso o altri scalare montagne insormontabili fino a qualche tempo prima.
L’obiettivo che mi pongo nella cura di questa rubrica all’interno del periodico che state leggendo, è quello di provare ad approcciare alle cose artistiche da punti di vista differenti, da postazioni differenti. Quindi da qui in avanti proporrò ai lettori l’analisi di fatti e personaggi artistici per provare ad avvicinare quanta più gente possibile a quella fantastica e antica forma di comunicazione che è il TEATRO.
BUONA VITA A TUTTI
Luigi Zampino